Fino a qualche anno fa, gestire l’imposta sulle vendite ecommerce era relativamente semplice: pagavi le tasse solo nel Paese in cui la tua azienda era fisicamente registrata. Ma oggi la situazione è cambiata. In Italia e in tutta l’Unione Europea, le normative fiscali si sono evolute per adattarsi alla crescita dell’ecommerce, imponendo regole più stringenti per la gestione dell'IVA e degli obblighi fiscali.
Se vendi prodotti online, devi sapere quando e come applicare l’IVA, quali regimi fiscali sono disponibili e quali sono gli obblighi a cui devi adempiere per essere in regola con il fisco. Non dichiarare correttamente le vendite online può portare a sanzioni e problemi amministrativi che possono compromettere la crescita del tuo business.
Questa guida ti aiuterà a capire tutto ciò che devi sapere per gestire l’imposta sulle vendite ecommerce in modo chiaro e conforme alle normative, quali tasse devi pagare, come funziona l’IVA e quali best practice adottare per gestire al meglio la fiscalità del tuo negozio online.
Cos'è l'IVA e come si applica all'ecommerce
In Italia non esiste un’imposta sulle vendite in senso stretto, al contrario ad esempio degli Stati Uniti, dove la “sales tax” è un tributo applicato sulle transazioni commerciali a livello statale e locale.
Quando si parla di “imposta sulle vendite ecommerce” in Italia, ci si riferisce di fatto all’IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) e alle sue modalità di applicazione nelle vendite online.
L’IVA è un'imposta indiretta che si applica sulla cessione di beni e viene riscossa in ogni fase della filiera produttiva. Nell'ambito dell'ecommerce, questo tributo si applica alle vendite di prodotti e servizi effettuate online sia verso consumatori finali (B2C) che verso altre imprese (B2B).
Per le vendite in Italia, l'IVA è generalmente dovuta nel Paese in cui avviene la consegna del bene o la fruizione del servizio, indipendentemente dal fatto che l’acquirente sia un privato (vendite B2C) o un’altra azienda con Partita IVA (vendite B2B).
L'aliquota IVA standard in Italia è del 22% per la maggior parte dei prodotti. Esistono però aliquote ridotte per specifici beni e servizi:
- 10% per prodotti alimentari, farmaci non di base, servizi turistici.
- 4% per libri, giornali, dispositivi per persone con disabilità.
Per le vendite B2B all'interno dell'Unione Europea, invece, si applica il meccanismo del reverse charge. In questo caso, l'acquirente, se dotato di Partita IVA valida, è responsabile dell'autoliquidazione dell'IVA. È quindi fondamentale verificare la validità della Partita IVA del o della cliente tramite il sistema VIES per applicare correttamente questa procedura.
Importanza della corretta gestione dell'imposta sulle vendite ecommerce
Gestire correttamente l’imposta sulle vendite ecommerce non è solo un obbligo legale, ma una necessità per garantire il successo e la stabilità della tua attività. Un errore nella gestione dell’IVA o la mancata dichiarazione delle imposte può portare a sanzioni fiscali e blocchi operativi, oltre a danneggiare la reputazione del tuo brand.
Inoltre, una gestione fiscale inefficace può compromettere la tua pianificazione finanziaria: se non calcoli correttamente le tasse dovute, potresti trovarti di fronte a debiti fiscali imprevisti che impattano sul flusso di cassa della tua azienda.
Le normative fiscali italiane ed europee sull’ecommerce sono complesse e in continua evoluzione. Per questo motivo è essenziale adottare un approccio proattivo, così da evitare errori e mantenere il tuo business conforme alle leggi vigenti.
Leggi anche: Contabilità per ecommerce: guida per principianti (2024)
Vendite ecommerce intra-UE ed extra-UE
Se con il tuo ecommerce vendi prodotti in Italia, ma vorresti iniziare a vendere all’estero, devi conoscere le differenze fiscali tra vendite intra-UE (all’interno dell’Unione Europea) ed extra-UE.
Vendite intra-UE: OSS e IVA del Paese di destinazione
Con il sistema One Stop Shop (OSS), in vigore dal 1° luglio 2021, le imprese ecommerce devono applicare l’IVA del Paese in cui il cliente finale è residente se superano la soglia annua di 10.000 euro di vendite intra-UE.
Se non superi questa soglia, puoi applicare l’IVA italiana sulle vendite.
Superato il limite, devi registrarti all’OSS e versare l’IVA ai diversi Stati membri tramite un’unica dichiarazione inviata all’Agenzia delle Entrate italiana. In questo modo il regime One Stop Shop semplifica gli obblighi IVA per le vendite intracomunitarie, evitando la necessità di registrarsi ai fini IVA in ciascun Paese di destinazione.

Geoblocking e vendite intracomunitarie
Con l'entrata in vigore del Regolamento (UE) 2018/302, il geoblocking ingiustificato è stato eliminato all'interno dell'Unione Europea. Ciò significa che i commercianti online non possono più discriminare i clienti in base alla loro nazionalità o luogo di residenza, offrendo a tutti i consumatori dell'UE le stesse condizioni di accesso a beni e servizi. Questo ha un impatto anche sulla gestione dell'IVA: se vendi a clienti in diversi Paesi UE, devi assicurarti di applicare correttamente l'IVA del Paese di destinazione (se superi la soglia OSS di 10.000 euro annui). Adeguarsi a queste normative non serve solo a evitare sanzioni, ma ti permette di espandere le vendite a livello europeo senza limitazioni.
Vendite extra-UE: esenti da IVA, ma con dazi doganali
Le vendite a clienti fuori dall’Unione Europea sono esenti da IVA, ma il destinatario potrebbe dover pagare dazi doganali e imposte di importazione nel proprio Paese. È importante informare l’acquirente di questi eventuali costi aggiuntivi per evitare problemi e richieste di reso.
Alcuni Paesi prevedono soglie minime sotto le quali non vengono applicati dazi (ad esempio, negli USA il limite è di 800$ per ordine), mentre altri impongono tassazioni indipendentemente dal valore della merce.
6 best practice fiscali per il tuo ecommerce
- Mantieni una contabilità chiara e aggiornata
- Automatizza la gestione dell’IVA
- Controlla le soglie di fatturato per le vendite intra-UE
- Conserva le fatture e i documenti fiscali
- Chiedi una consulenza fiscale specializzata in ecommerce
- Pianifica i pagamenti fiscali
Una gestione fiscale efficace non si limita al pagamento delle imposte dovute: è un processo che coinvolge la pianificazione, il monitoraggio e l’adozione di strumenti adeguati a garantire che ogni aspetto fiscale venga gestito correttamente. Ecco alcune best practice fondamentali per un ecommerce.
Mantieni una contabilità chiara e aggiornata
Tenere traccia di ogni transazione è essenziale per una gestione fiscale efficace. Ogni vendita, reso o rimborso deve essere registrato con precisione, così da poter facilmente dichiarare le imposte e rispondere a eventuali controlli fiscali.
Automatizza la gestione dell’IVA
Utilizzare software di contabilità o integrazioni fiscali nei principali CMS di ecommerce (come Shopify Tax) permette di calcolare automaticamente l’IVA in base al Paese di destinazione dell’acquirente. In questo modo riduci il rischio di errori e semplifichi la dichiarazione fiscale. Visita lo Shopify App Store: potrai trovare numerose app di contabilità per tenere sotto controllo le finanze del tuo negozio.
Controlla le soglie di fatturato per le vendite intra-UE
Se vendi a clienti in altri Paesi dell’Unione Europea, devi monitorare attentamente le soglie di vendita. Superata la soglia dei 10.000€ annui di vendite intra-UE, dovrai aderire al regime OSS (One Stop Shop) e applicare l’IVA del Paese di destinazione, il che significa che potresti dover gestire più aliquote differenti.
Conserva le fatture e i documenti fiscali
Le autorità fiscali richiedono che le aziende ecommerce conservino le fatture e i documenti contabili per almeno 10 anni. In caso di controllo, essere in grado di fornire tutta la documentazione necessaria è fondamentale per evitare sanzioni.
Chiedi una consulenza fiscale specializzata in ecommerce
La normativa fiscale cambia frequentemente, ed è facile commettere errori se non si è aggiornati. Collaborare con un o una commercialista con esperienza in ecommerce ti aiuterà a rimanere conforme alle leggi e a ottimizzare la gestione fiscale del tuo business.
Pianifica i pagamenti fiscali
Avere un’idea chiara delle imposte dovute ti permette di evitare sorprese e di avere sempre sotto controllo il cash flow della tua azienda.
Come gestire l’imposta sulle vendite ecommerce in caso di resi e rimborsi
I resi e i rimborsi sono una componente normale delle vendite online e possono avere un impatto significativo sulla contabilità e sull’IVA. Ecco cosa considerare per gestirli correttamente.
IVA e rimborsi in Italia
Se l’acquirente chiede un rimborso per un acquisto effettuato, l’IVA precedentemente versata può essere recuperata. Il rimborso deve essere registrato con una nota di credito, che annulla la fattura originale e permette di correggere l’IVA versata.
Resi e regime OSS
Se hai venduto un prodotto in un altro Paese UE e hai dichiarato l’IVA tramite il regime One Stop Shop (OSS), il rimborso deve essere registrato e riportato nella dichiarazione OSS successiva per ottenere il rimborso dell’IVA versata.
Sia per i rimborsi in Italia che per quelli in regime OSS, l’IVA deve essere rettificata nello stesso periodo fiscale in cui è stato effettuato il rimborso. È importante monitorare i resi e aggiornarli tempestivamente nella contabilità. Puoi affidarti ai principali software di contabilità per gestire automaticamente i rimborsi e le note di credito, riducendo il rischio di errori e semplificando il processo di dichiarazione fiscale.
Regimi fiscali per l'ecommerce in Italia
In Italia, chi avvia un’attività di ecommerce può scegliere tra due principali regimi fiscali: il regime forfettario, destinato alle piccole imprese con fatturati ridotti, e il regime ordinario, che si applica a chi supera una determinata soglia di ricavi o ha una struttura aziendale più complessa.
Regime forfettario
Il regime forfettario è stato introdotto per semplificare la fiscalità delle piccole imprese e prevede un sistema di tassazione agevolata. È riservato alle aziende con un fatturato annuo inferiore a 85.000 euro e offre diversi vantaggi:
- Tassazione ridotta - si applica un’imposta sostitutiva del 15%, ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività.
- Esenzione IVA - chi opera in regime forfettario non applica l’IVA sulle vendite e non è tenuto a presentare la dichiarazione IVA periodica.
- Semplificazioni contabili - non è obbligatorio tenere le scritture contabili, ma solo emettere fatture elettroniche e comunicarle allo SDI (Sistema di Interscambio) tramite apposite piattaforme software per la fatturazione elettronica.
Il regime forfettario ha però anche alcune limitazioni: non è possibile detrarre l’IVA sugli acquisti e alcune spese aziendali non sono completamente deducibili. È quindi fondamentale valutare attentamente se questo regime sia conveniente per la tua attività ecommerce.
Regime ordinario
Il regime ordinario si applica alle imprese che superano i limiti di ricavi previsti per il regime forfettario o che scelgono volontariamente di aderirvi.
Le principali caratteristiche di questo regime sono:
- Obbligo di applicare l’IVA su tutte le vendite, con dichiarazione e versamento periodico.
- Possibilità di detrarre l’IVA sugli acquisti e sulle spese aziendali.
- Contabilità più complessa, con obbligo di tenere registri contabili dettagliati e di presentare dichiarazioni fiscali periodiche.
Il regime ordinario è più adatto a chi ha un volume d’affari elevato o spese consistenti, in quanto la detrazione dell’IVA può rappresentare un vantaggio significativo.
Obblighi fiscali per i venditori online
- Apertura della Partita IVA
- Registrazione al Registro delle Imprese
- Obbligo di fatturazione elettronica
- Dichiarazione e versamento dell’IVA
Gestire un ecommerce comporta diversi obblighi fiscali che devono essere rispettati per operare legalmente in Italia. Di seguito trovi i principali:
Apertura della Partita IVA
Se vendi prodotti online in modo continuativo, devi aprire una Partita IVA. La vendita occasionale, ovvero limitata a pochi episodi all'anno, potrebbe non richiederla, ma appena l'attività diventa abituale, scatta l'obbligo fiscale.
Al momento dell’apertura della Partita IVA, devi scegliere il codice ATECO più adatto alla tua attività. Per il commercio elettronico al dettaglio, il codice più utilizzato è 47.91.10 (“Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via Internet”). Se vendi all’ingrosso, potrebbe essere necessario un altro codice specifico.

Iscrizione al Registro delle Imprese
Oltre alla Partita IVA, devi iscriverti al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio della tua provincia. Questa iscrizione è obbligatoria per chi svolge attività commerciali e consente di ottenere il certificato di iscrizione alla Camera di Commercio, utile per partecipare a bandi, ottenere finanziamenti e dimostrare la regolarità fiscale della tua attività.

Obbligo di fatturazione elettronica
Dal 1° gennaio 2024, anche le imprese in regime forfettario devono emettere fatture elettroniche tramite il Sistema di Interscambio (SdI) dell’Agenzia delle Entrate. Questo obbligo riguarda tutti i titolari di Partita IVA, indipendentemente dal regime fiscale adottato.
Le fatture elettroniche devono essere conservate digitalmente per 10 anni e devono riportare informazioni dettagliate sulle transazioni effettuate.
Dichiarazione e versamento dell’IVA
Se operi in regime ordinario o se hai effettuato l’iscrizione al regime OSS per le vendite intracomunitarie, devi dichiarare e versare l’IVA periodicamente. I versamenti possono essere mensili o trimestrali, in base al volume d’affari:
- Dichiarazione IVA mensile: obbligatoria per ecommerce con un volume d’affari annuo superiore a 700.000 euro. L’IVA deve essere versata entro il 16 del mese successivo alla chiusura del periodo di riferimento.
- Dichiarazione IVA trimestrale: è un’opzione riservata ai soggetti con volume d’affari inferiore a 400.000 euro per servizi e 700.000 euro per commercio.
Indipendentemente dalla periodicità, la dichiarazione IVA annuale va presentata entro il 30 aprile dell’anno successivo a quello di riferimento.
Passaggi pratici per la dichiarazione dell’IVA
Ecco i principali step che devi seguire per dichiarare e versare correttamente l’IVA per il tuo ecommerce:
- Calcolo dell’IVA dovuta: sottrai l’IVA sugli acquisti (IVA a credito) dall’IVA sulle vendite (IVA a debito). Se l’importo risultante è positivo, devi versarlo all’Agenzia delle Entrate. Se è negativo, puoi compensarlo nei periodi successivi.
- Compilazione della comunicazione IVA periodica: questa deve essere inviata tramite il portale dell’Agenzia delle Entrate o con il supporto di un o una commercialista.
- Pagamento dell’IVA: avviene tramite modello F24, indicando i codici tributo corrispondenti (ad esempio, "6001" per gennaio, "6002" per febbraio, ecc.). Il pagamento può essere effettuato tramite home banking, sportelli bancari o il sito dell’Agenzia delle Entrate.
- Monitoraggio e correzione di eventuali errori: se ti accorgi di aver commesso un errore, puoi correggerlo con il ravvedimento operoso, un meccanismo che consente di correggere lo sbaglio pagando una sanzione ridotta.
Sanzioni e conseguenze per la mancata conformità fiscale
Non rispettare gli obblighi fiscali può portare a sanzioni amministrative e, nei casi più gravi, può comportare anche conseguenze legali per il tuo ecommerce.
Sanzioni per mancata dichiarazione dell’IVA
Se non dichiari l’IVA dovuta, rischi una multa pari al 90% - 180% dell’imposta evasa. Se il ritardo è lieve, le sanzioni possono essere ridotte con il ravvedimento operoso.
Rischi per chi non si adegua al regime OSS
Se superi i 10.000 euro di vendite intra-UE senza registrarti all’OSS e senza applicare l’IVA estera, potresti essere soggetto a controlli e sanzioni nel Paese in cui hai venduto i tuoi prodotti.
Chiusura forzata dell’attività e responsabilità penali
L’Agenzia delle Entrate può effettuare controlli e, in caso di gravi irregolarità, disporre la chiusura dell’attività. Se l’evasione supera una certa soglia, può configurarsi come reato penale fiscale.
Problemi con i marketplace
Piattaforme come Amazon o eBay possono sospendere il tuo account se non dimostri di essere fiscalmente in regola.
Gestisci al meglio l’imposta sulle vendite ecommerce
Una gestione accurata dell’imposta sulle vendite ecommerce è fondamentale per la crescita e il successo della tua attività. Che tu abbia un ecommerce attivo in Italia o stia espandendo le vendite a livello internazionale, conoscere le normative fiscali ti permette di evitare sanzioni e di ottimizzare la gestione delle imposte.
Le regole fiscali cambiano costantemente ed è importante restare informati sulle novità per mantenere la conformità e migliorare l’efficienza operativa. Automatizzare la gestione dell’IVA, monitorare le soglie di vendita intra-UE e consultare esperti fiscali sono passi essenziali per ridurre il carico amministrativo e concentrarsi sulla crescita del business.
Investire nella giusta strategia fiscale non solo protegge da rischi legali e multe, ma consente di offrire ai clienti un’esperienza di acquisto chiara e trasparente. Segui gli aggiornamenti sulle normative fiscali, sfrutta gli strumenti digitali per semplificare la gestione delle imposte e porta il tuo ecommerce al livello successivo.
Imposta sulle vendite ecommerce: domande frequenti
Qual è l’imposta sulle vendite ecommerce?
In Italia, l’imposta sulle vendite ecommerce corrisponde all’IVA (Imposta sul Valore Aggiunto). Si applica sulla maggior parte delle transazioni con aliquote del 22%, 10% e 4%, a seconda della categoria merceologica. L’IVA è dovuta sia sulle vendite a privati (B2C) che a imprese (B2B), con il meccanismo del reverse charge per le vendite intra-UE tra aziende.
Quante tasse si pagano sulla vendita online?
Le imposte variano in base al regime fiscale adottato. Nel regime forfettario, si paga un’imposta sostitutiva del 15% (o 5% per i primi cinque anni), senza obbligo di applicare l’IVA. Nel regime ordinario, si applicano IRPEF a scaglioni progressivi, contributi INPS e l’IVA sulle vendite, che deve essere versata periodicamente. A queste si aggiungono eventuali tasse locali, come l’IRAP.
Quando bisogna dichiarare le vendite online?
Per le vendite occasionali, la soglia per non dover aprire una Partita IVA è di 5.000 euro annui. Superata questa soglia, le vendite sono considerate continuative e vanno sempre dichiarate. I titolari di Partita IVA devono presentare la dichiarazione annuale con il modello Redditi Persone Fisiche (forfettari) o il modello IVA (regime ordinario).
Qual è il regime fiscale più conveniente per un ecommerce?
Dipende dal fatturato e dai costi aziendali. Il regime forfettario è vantaggioso per chi ha ricavi fino a 85.000 euro e spese ridotte, grazie all’imposta sostitutiva e all’esenzione IVA. Il regime ordinario è più adatto a chi supera questa soglia o ha spese elevate, poiché consente di scaricare i costi aziendali e detrarre l’IVA sugli acquisti.
Come si gestisce l’IVA sulle vendite in UE e fuori dall’UE?
L’IVA sulle vendite online dipende dal luogo in cui si trova l’acquirente.
- Vendite in Italia: si applica l’aliquota IVA del 22% (o inferiore per beni soggetti a IVA agevolata).
- Vendite in UE: se il tuo ecommerce vende a privati in altri Paesi UE e supera i 10.000 euro annui di vendite intra-UE, devi registrarti al regime OSS e applicare l’IVA del Paese di destinazione. Se non superi questa soglia, puoi continuare ad applicare l’IVA italiana.
- Vendite extra-UE: sono generalmente esenti da IVA, ma i clienti potrebbero dover pagare dazi doganali e imposte di importazione.
Cosa succede se non dichiaro le vendite online?
L’omessa dichiarazione delle vendite è considerata evasione fiscale e può comportare sanzioni dal 90% al 180% dell’IVA evasa. Se l’importo non dichiarato supera i 100.000 euro, può configurarsi come reato penale, con il rischio di reclusione da 1 a 6 anni. L’omessa dichiarazione dei redditi prevede una sanzione tra il 120% e il 240% dell’imposta dovuta. Se si regolarizza spontaneamente la situazione con il ravvedimento operoso, le sanzioni si riducono.